Le motoslitte, il grande freddo e una nuova aurora

Temperature estreme, gite sul mare ghiacciato, fattorie di renne, motoslitte e i pro e contro della caccia all’aurora boreale nelle notti di luna piena

05-01-2015

Come ampiamente anticipato dalle previsioni meteo, le temperature si sono abbassate drasticamente. Del resto gli zero gradi trovati al nostro arrivo erano anomali, per la stagione.

L’entroterra del nord della Scandinavia, a differenza delle coste Norvegesi, non gode della temperatura mitigata dalla corrente del Golfo….e così questa mattina ci siamo svegliati con il termometro a -22 gradi.

E’ stata una cosa nuova, per me. Non avevo mai sentito sulla pelle quella temperatura. Respirare aria così fredda è una sensazione strana, sembra quasi “solida”, come se pesasse di più. E poi senti l’interno dei peli del naso che si ghiacciano…e quando si espira, l’aria esce talmente densa dalle narici da formare due fasci, un po’ come i draghi. A parte questo, la temperatura non si sente, se ci si veste correttamente, e noi da quel punto di vista siamo ben organizzati.

Guidiamo verso Kemi, in Finlandia, dove mettiamo su le tute termiche, i caschi e i passamontagna per poter reggere una gita in motoslitta a quelle temperature. Altra novità, non avevo mai guidato una motoslitta. Con mia sorpresa scopro che la pista dove avremmo guidato la motoslitta sarebbe stata addirittura il Mar Baltico, che in questo periodo dell’anno è coperto da uno spessissimo strato di ghiaccio. Potrò dire di aver camminato sull’acqua, e di averci pure guidato una motoslitta, quindi. Scusate se è poco.

Il tramonto/alba sul mar baltico congelato

Il viaggio sul mare è un esperienza tra le più straordinarie che mi siano mai capitate. Un’enorme distesa bianca  di ghiaccio, e all’orizzonte il sole che fa capolino dall’orizzonte per le poche ore che gli sono concesse in questa stagione….in pratica albeggia verso le 10, sale qualche metro sopra l’orizzonte, e dopo pochissimo scende per tramontare verso le 14.

In motoslitta a quelle temperature bisogna stare attenti alla direzione in cui si espira, perché se si appannasse la parte interna del casco, la condensa si congelerebbe all’istante e si sarebbe costretti a guidare con la visiera alzata, cosa che vi assicuro, non è il massimo. Ovviamente mi è successo, ma andiamo oltre.

La nostra destinazione era una fattoria di renne, adibita ad agriturismo durante l’estate. Parte della gita prevedeva un brevissimo giro nel bosco a bordo di una slitta trainata da una renna…in stile Babbo Natale, diciamo. Solo che prima di attaccarla alla slitta, la renna va catturata. E non è cosa facile.Funziona così: il pastore sami si avvicina con un lazo, e punta la renna. Un po’ come quando si gioca a “ce l’hai” o “chi ha paura dello sparviero”. Quando la renna corre via tentando di sfuggire al pastore, questo lancia il lazo nella speranza che la renna ci si incastri con le corna, e quindi di catturarla.

L’operazione non riesce al primo tentativo, e in quella circostanza sono piuttosto sicuro di aver sentito una bestemmia in Sami, ma non conoscendo la lingua non ne posso essere certo. Il tono del pastore era quello, comunque. Al terzo tentativo il pastore ci riesce, e noi ci facciamo il nostro giro sulla slitta…..non credevo che una renna avesse una forza simile. Ha uno scatto che nemmeno una Ferrari alla partenza del GP di Monza. Sicuramente più veloce di me sulla motoslitta, per intenderci.

Dopo qualche foto nei paraggi rientriamo in tempo per le poche ore di luce a disposizione, e rientriamo al nostro agriturismo, carichi di ottimismo perché il tempo è ottimo, e ci sono grandi possibilità di avvistare nuovamente l’aurora boreale.

Ci organizziamo in modo da andare sulla riva del fiume Tornio, vicino a una Kota, ovvero una di quelle casupole quadrate che al loro interno non hanno altro che un braciere per il fuoco e delle pance per sedersi in cerchio. Non so bene di chi fosse quella casa, e non lo sapeva nemmeno il nostro accompagnatore, ma in Lapponia vige una legge non scritta, diventata legge per consuetudine, che regola una specie di “diritto di pubblico accesso”.

In sintesi, puoi andare e entrare dove vuoi, a patto che non disturbi qualcuno, che non fai danni e che lasci tutto come hai trovato.

Abbiamo quindi portato legna a sufficienza per la serata, di modo da avere un posto dove scaldarci tra una foto e l’altra, dato che, ripeto, si era a -24 gradi.

L’aurora si è quindi nuovamente fatta vedere…ma l’impatto visivo non è stato molto eclatante, a causa della debole attività mista alla fortissima luce emessa dalla luna piena, forte al punto da farci vedere le nostre ombre sulla neve. Una luna così è un’arma a doppio taglio per i cacciatori di aurora boreale, da un lato illumina il paesaggio a giorno creando un atmosfera magica e ideale per le fotografie, dall’altro rende meno visibile le evoluzioni dell’aurora nel cielo. Ieri l’aurora è stata attiva per qualche ora, ma solo per un paio di minuti è stata ben visibile a occhio nudo, a causa dell’alta luminosità del cielo. Ciò non toglie comunque molto alla magia del momento, e al fascino dell’esperienza di una notte in riva a un fiume a 24 gradi sotto zero.

E’ stata una giornata a dir poco eccezionale, senza ombra di dubbio la più bella del nostro viaggio.

Adiamo a letti letteralmente devastati di stanchezza, perché al freddo, come al caldo, anche se non si nota, il corpo brucia molte più energie del normale.

Manca ancora un giorno prima del rientro, dove con certezza nevicherà, quindi direi che per ora l’esperienza di aurora boreale si può dire conclusa.

Pubblicherò ancora un articolo per concludere questo mio primo diario di viaggio al rientro in Italia.

Nel frattempo inizierò a lavorare alle foto e al video, che cercherò di pubblicare al più presto.

Stay tuned!

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