La triade Geysir-Thingvellir-Gullfoss e gli splendidi panorami della Hringvegur in direzione di Vìk.
Come la stragrande maggioranza dei tour in Islanda, ho scelto di dedicare il primo giorno al cosiddetto “Circolo d’Oro”, ovvero un percorso che tocca le 3 attrazioni più popolari dell’isola: il parco di Thingvellir, l’area geotermica di Geysir e la cascata Gullfoss.
Il nostro viaggio ci regala subito un episodio singolare: lungo la strada notiamo infatti una macchina con le ruote bloccate nella neve: due ragazze tedesche hanno accostato in maniera imprudente facendo sprofondare la loro macchina nella neve a bordo strada. Ci fermiamo e con la solita ed elegantissima tecnica del “spingi finchè ne hai” la tiriamo fuori dai guai….felici della nostra buona azione quotidiana ci dirigiamo a Thingvellir.
Thingvellir è un parco che si raggiunge in poco più di 30 minuti da Reykjavik, e consiste in una grande pianura, famosa per motivi storici e geologici. La storia ci dice che questa piana era il luogo in cui intorno al 900 si riunivano i rappresentanti di tutte le tribù dell’isola per le discussioni politiche, dando vita all’ “Althing”, il primo esempio di “parlamento” nella storia d’Europa, se non del mondo intero. Quanto alla geologia, il parco è famoso per un grosso canyon che lo attraversa, che è il punto preciso di separazione tra la placca continentale Americana e quella Eurasiatica. Questa spaccatura si allarga di circa 2 cm ogni anno, ed è possibile camminarvi in mezzo, passando simbolicamente da un continente all’altro in pochi istanti.
La cascata Oxarafoss è infine la ciliegina sulla torta di questo primo assaggio dell’immensità dei paesaggi islandesi; durante l’inverno ha un aspetto surreale per via delle contorte formazioni di ghiaccio nei pressi del salto d’acqua.
Geysir dista circa 20 minuti fa Thingvellir, ed è in assoluto il simbolo dell’Islanda nel mondo. L’Islanda è un territorio vulcanico attivo costellato di aree geotermiche con pozze di acqua e fango ribollenti, solfatare, e rocce dai colori fantascientifici. Geysir è una di queste aree, che in aggiunta a questo offre un qualcosa di unico, ovvero uno dei geyser (che vengono chiamati così in onore di questa località) più affidabili e regolari del mondo, lo Strokkur. A dire il vero il geyser principale sarebbe un’altro, ben più grande e potente, ma ormai spento da diversi anni, pare a causa delle pietre che i turisti vi lanciavano dentro con lo scopo di stimolarne l’eruzione. Il suo fratellino minore, lo Strokkur, erutta comunque ogni 5-10 minuti, ed è uno spettacolo della natura; io rimango sempre ipnotizzato guardando i movimenti che preparano l’esplosione: la pozza d’acqua si gonfia e si sgonfia, come se respirasse, fin quando si forma una bolla enorme che esplode lanciando verso il cielo una colonna d’acqua e vapore altissima. Uno spettacolo unico al mondo.
Oltre alle scenografiche eruzioni dello Strokkur, è poi interessante scoprire le altre pozze dell’area, come il piccolo geyser (in costante ebollizione), il grande geyser in stato quiescente, e infine Blesi, una pozza color blu elettrico talmente intenso da sembrare finto.
Il Circolo d’oro si conclude con Gullfoss, una cascata spettacolare ad appena 12km da Geysir. La sua bellezza si apprezzerebbe meglio in un giorno di sole, quando i raggi che attraversano la bruma della cascata producono un bellissimo arcobaleno. D’inverno il suo fascino è dato dal colore verde delle sue acque accostato alle formazioni di ghiaccio lungo il suo percorso, che sono anche il motivo per cui è vietato spingersi fino al bordo della cascata, cosa che si può invece fare agevolmente d’estate. La nostra visita è infastidita da un vento fortissimo che a fatica ci permette di stare in piedi, ma non per questo meno affascinante. Visitare l’Islanda in inverno, dopotutto, vuol dire anche questo.
Dopo aver quindi visto il Circolo d’Oro, ci dirigiamo verso Vìk, un villaggio nella costa sud dell’Isola. Ci ricongiungiamo presto alla Hringvegur, la strada ad anello che percorre il perimetro dell’Islanda, e lungo la quale si trovano molte delle principali attrazioni paesaggistiche di un viaggio in Islanda. La strada passa infatti di fronte a due celebri cascate, ovvero Seljalandsfoss (famosa perché si può camminare alle spalle della cascata seguendo un sentiero) e Skogafoss, che avrete senz’altro visto in moltissime fotografie.
Proseguendo poi verso Vìk si passa di fronte al vulcano che nel 2010 fece tremare il mondo dei trasporti aerei, ovvero l’Eyjafjallajökull. L’eruzione è ricordata da un cartellone a bordo strada, ed è stata ampiamente sfruttata dai produttori di gadget turistici, basta entrare in un qualunque negozio di souvenir per leggere quel nome impronunciabile ovunque.
D’un tratto la strada diventa bianca, e ci ritroviamo circondati da un’immensa distesa di neve. Nel pomeriggio c’è stata infatti una tempesta, che al nostro arrivo si era ormai esaurita lasciando però dietro sè l’incanto del paesaggio innevato nei dintorni di Vìk: è un ottima occasione per testare la tenuta del nostro Qashqai su un terreno scivoloso, e il risultato è migliore delle aspettativa. Al nostro arrivo in città, scopriamo che il nostro appartamento è su una collina e che la strada che ci arriva non è stata liberata dalla neve. Poco importa, è per questo motivo che abbiamo noleggiato un fuoristrada, che infatti sale sulla neve fresca senza colpo ferire.
Si prospetta una serata tranquilla in casa, ma il cielo si apre sulle nostre teste regalandoci una seconda, meravigliosa aurora boreale, che ci godiamo con la neve fino alle ginocchia nei prati dietro il nostro bellissimo appartamento.